Introduzione

In questo documento vengono trattati i seguenti argomenti:

  • Note relative all'installazione

  • Technology Preview

  • Problematiche conosciute

  • Informazioni generali

  • Programma di aggiornamento del driver

  • Internazionalizzazione

  • Note relative al kernel

Gli ultimissimi aggiornamenti riguardanti Red Hat Enterprise Linux 5, potrebbero non essere riportati su questa versione delle Note di rilascio. Una versione aggiornata può essere disponibile sul seguente URL:

http://www.redhat.com/docs/manuals/enterprise/RHEL-5-manual/index.html

Note relative all'installazione

La sezione seguente include le informazioni specifiche all'installazione di Red Hat Enterprise Linux, ed al programma d'installazione di Anaconda.

Nota Bene

Per poter aggiornare Red Hat Enterprise Linux sarà necessario utilizzare Red Hat Network per aggiornare i pacchetti che sono stati modificati.

Potete utilizzare Anaconda per eseguire una nuova installazione di Red Hat Enterprise Linux 5, o per eseguire un aggiornamento dalla ultimissima versione aggiornata di Red Hat Enterprise Linux 4 a Red Hat Enterprise Linux 5.

Se state copiando i contenuti dei CD-ROM di Red Hat Enterprise Linux 5 (per esempio, in preparazione per una installazione basata sulla rete), assicuratevi di copiare i CD-ROM solo per il sistema operativo. Non copiate i CD-ROM aggiuntivi, o qualsiasi altro CD-ROM, in quanto tale operazione sovrascriverà i file necessari per il corretto funzionamento di Anaconda. I suddetti CD-ROM devono essere installati dopo l'installazione di Red Hat Enterprise Linux.

Contenuti ISO e processo di registrazione

L'organizzazione dei pacchetti del componente software nelle varianti specifiche del prodotto, è stata modificata rispetto alle versioni precedenti di Red Hat Enterprise Linux. Il numero totale di diverse varianti ed immagini ISO è stato ridotto a due:

  • Red Hat Enterprise Linux 5 Server

  • Red Hat Enterprise Linux 5 Client

Le immagini ISO contengono i pacchetti software per un numero facoltativo di repository in grado di fornire una funzionalità aggiuntiva attraverso la distribuzione principale, come ad esempio la Virtualizzazione, il Clustering o Cluster Storage. Per maggiori informazioni sulle varianti del Server, varianti Client ed opzioni disponibili, vi preghiamo di consultare http://www.redhat.com/rhel/.

Con il contenuto facoltativo all'interno dello stesso albero o immagine ISO, è importante evitare contrasti tra i componenti offerti per l'installazione, e quelli affrontati all'interno della sottoscrizione. Se presenti, i suddetti contrasti daranno luogo ad una maggiore esposizione ad attacchi e bug.

Per assicurarsi che i componenti offerti siano in sincronizzazione con la sottoscrizione, Red Hat Enterprise Linux 5 richiede l'inserimento di un Numero d'installazione, che verrà utilizzato per configurare l'installer in modo da fornire il set di pacchetti corretti. Il suddetto numero viene incluso con la vostra sottoscrizione.

Se non inserite il Numero d'installazione, tale azione risulterà in una installazione Desktop o del core Server. In un secondo momento sarà possibile aggiungere manualmente le funzionalità aggiuntive. Per maggiori informazioni sui numeri d'installazione vi preghiamo di consultare http://www.redhat.com/apps/support/in.html.

Il numero d'installazione utilizzato durante il processo d'installazione verrà salvato in /etc/sysconfig/rhn/install-num. Durante la registrazione con Red Hat Network, il suddetto file verrà preso come riferimento da rhn_register, per determinare in modo automatico a quale canale figlio il sistema deve registrarsi.

Nuove chiavi per la firma GPG RPM

Una nuova chiave per la firma della release viene utilizzata per firmare i pacchetti di Red Hat Enterprise Linux 5. Durante il primo aggiornamento del sistema, vi verrà richiesto di abilitare l'installazione di questa chiave.

Le chiavi vengono distribuite all'interno dei seguenti file:

  • /etc/pki/rpm-gpg/RPM-GPG-KEY-redhat-release — contiene la chiave pubblica per la nuova chiave della firma per la release

  • /etc/pki/rpm-gpg/RPM-GPG-KEY-redhat-auxiliary — contiene la chiave pubblica per una nuova chiave della firma per la release ausiliaria, attualmente non in uso

  • /etc/pki/rpm-gpg/RPM-GPG-KEY-redhat-former — contiene la chiave pubblica per la chiave della firma per la release precedente, utilizzata per release precedenti di Red Hat Enterprise Linux

Subversion

In Red Hat Enterprise Linux 5, il sistema di controllo della versione Subversion è collegato al Berkeley DB 4.3. Se eseguite un aggiornamento da Red Hat Enterprise Linux 4, e se qualsiasi repository di Subversion che utilizza il Berkeley DB backend "BDB" (invece del backend "FSFS" basato sul file system), è stata creata sul sistema, sarà necessario prestare particolare attenzione in modo da assicurare che le repository siano accessibili dopo il processo di aggiornamento. Tale processo deve essere seguito su di un sistema Red Hat Enterprise Linux 4, prima di aggiornare Red Hat Enterprise Linux 5:

  1. Arrestate ogni processo in esecuzione ed assicuratevi che nessuno di essi possa accedere alla repository (per esempio, httpd, svnserve; o qualsiasi utente locale con un accesso diretto).

  2. Create un backup della repository utilizzando il seguente comando:

    svnadmin dump /path/to/repository | gzip 
    > repository-backup.gz
    
  3. Eseguite il comando svnadmin recover sulla repository:

    svnadmin recover /path/to/repository
    
  4. Cancellate qualsiasi file log non utilizzato nella repository:

    svnadmin list-unused-dblogs /path/to/repository | xargs rm -vf
    
  5. Cancellate qualsiasi file della memoria-condivisa rimanente nella repository:

    rm -f /path/to/repository/db/__db.0*
    

Altre note sull'installazione

  • Se installate Red Hat Enterprise Linux 5 utilizzando media d'installazione separati (per esempio CD o NFSISO), si verificherà un errore durante l'installazione di amanda-server.

    Per questo motivo se desiderate utilizzare amanda-server, installatelo utilizzando yum dopo aver installato Red Hat Enterprise Linux 5.

    Da notare che questo problema non interessa le installazioni dove non si utilizzano media separati (per esempio DVD o installazioni d'albero NFS).

  • Se i dispositivi IDE/PATA (Parallel ATA) vengono configurati in modalità "100% Native", alcuni BIOS possono impedire un normale completamento del processo d'installazione di Red Hat Enterprise Linux 5. Per evitare questo problema, configurate la modalità IDE/PATA come "Legacy" nel BIOS.

  • IBM System z non fornisce una console fisica in stile Unix tradizionale. Per questo motivo Red Hat Enterprise Linux 5 di IBM System z, non supporta la funzionalità firstboot durante il caricamento del programma iniziale.

    Per inizializzare correttamente l'impostazione di Red Hat Enterprise Linux 5 su IBM System z, eseguire i seguenti comandi dopo il processo d'installazione:

    • /usr/bin/setup — fornito dal pacchetto setuptool

    • /usr/bin/rhn_register — fornito dal pacchetto rhn-setup

  • Durante il processo d'installazione, Anaconda sceglierà automaticamente il pacchetto del kernel da installare. Il kernel selezionato per default, non permette a Red Hat Enterprise Linux 5 di rilevare più di 4GB di RAM. Per questo motivo se il vostro sistema possiede più di 4GB di RAM, sarà necessario installare la variante kernel-PAE del kernel dopo l'installazione.

    Da notare che quanto detto non è applicabile se si esegue una installazione virtuale.

  • Quando eseguite l'avvio di Anconda con PXE utilizzando il parametro ksdevice=bootif, vi sarà ancora richiesto di utilizzare l'interfaccia ethernet durante l'installazione. Se risulta collegato un solo dispositivo ethernet, allora utlizzate il parametro ksdevice=link. Alternativamente è possibile specificare manualmente l'interfaccia.

Technology Preview

Le Technology Preview non sono attualmente supportate con i servizi di sottoscrizione di Red Hat Enterprise Linux 5, possono non essere funzionalmente complete e generalmente non sono idonee per un uso in ambienti di produzione. Tuttavia le suddette caratteristiche sono incluse per comodità dell'utente, e forniscono una esposizione più ampia.

Gli utenti possono utilizzare queste caratteristiche in ambienti non di produzione, e fornire suggerimenti e feedback sulla loro funzionalità prima che le stesse caratteristiche della Technology preview possano essere supportate. Inoltre verranno forniti gli Errata per problematiche relative alla high-severity security.

Durante il ciclo di sviluppo di una technology preview i componenti aggiuntivi potrebbero essere disponibili al pubblico al solo scopo di prova. È intenzione di Red Hat supportare le suddette caratteristiche all'interno di release future.

Stateless Linux

Sono state incluse con questa release di Red Hat Enterprise Linux 5, alcune sezioni dell'infrastruttura in grado di abilitare lo Stateless Linux. Stateless Linux rappresenta una nuova concezione su come eseguire e gestire un sistema, ideato per semplificare il provisioning e la gestione di un numero esteso di sistemi tramite una loro semplice sostituzione. Per fare questo create a priori alcune immagini del sistema le quali verranno replicate e gestite attraverso un numero esteso di sistemi stateless, in grado di eseguire il sistema operativo in modalità di sola lettura (per maggiori informazioni consultate /etc/sysconfig/readonly-root).

Nel suo attuale stato di sviluppo le caratteristiche stateless rappresentano i sottoinsiemi degli obiettivi desiderati. Per questo, esse sono state denominate "technology preview".

Di seguito viene riportato un elenco di funzionalità iniziali incluse in Red Hat Enterprise Linux 5:

  • esecuzione di una immagine stateless attraverso NFS

  • esecuzione di una immagine stateless tramite lookback attraverso NFS

  • esecuzione su iSCSI

È fortemente consigliato a coloro che desiderano testare il codice stateless, leggere HOWTO su http://fedoraproject.org/wiki/StatelessLinuxHOWTO e registrarsi su stateless-list@redhat.com.

GFS2

GFS2 è una evoluzione del file system GFS. Pienamente funzionale, GFS2 non è ancora considerato pronto per una sua messa in produzione. GFS verrà completamente supportato in un successivo aggiornamento di Red Hat Enterprise Linux 5. È presente altresì una utility di conversione, gfs2_convert, la quale è in grado di aggiornare i metadata di un file system GFS, convertendolo in un file system GFS2.

FS-Cache

FS-Cache è un servizio di caching locale per file system remoti; esso permette agli utenti di conservare i dati NFS all'interno della chace su di un disco montato localmente. Per impostare FS-Cache, installate l'RPM cachefilesd e consultate le istruzioni presenti all'interno di /usr/share/doc/cachefilesd-<version>/README.

Sostituire <version> con la versione corrispondente del pacchetto cachefilesd installato.

Compiz

Compiz è un window manager di composizione basato su OpenGL. In aggiunta ad una gestione regolare, compiz si comporta anche come un manager di composizione, coordinando e sincronizzando il ridisegno generale del desktop in modo da fornire un utilizzo desktop più naturale e stabile.

Compiz utilizza un'accelerazione hardware 3D per creare effetti come finestre thumbnail animate, drop shadow e finestre animate insieme a transizioni tra desktop virtuali.

A causa di limitazioni nelle attuali architetture rendering, compiz non funziona correttamente con applicazioni dirette OpenGL rendering, o con applicazioni che utilizzano l'estensione Xv. Per questo motivo le suddette applicazioni potrebbero esibire effetti rendering non dannosi; per questo compiz risulta essere attualmente una technology preview.

Miglioramenti per Ext3

In Red Hat Enterprise Linux 5 la capacità del file system EXT3 è stata estesa ad oltre 8TB fino a raggiungere un massimo di 16TB. Questa capacità è stata inclusa come technology preview, con la speranza di supportarla completamente in una relase futura di Red Hat Enterprise Linux 5.

AIGLX

AIGLX è una technology preview del server X supportato. La sua funzione è quella di abilitare gli effetti GL-accelerati su di un desktop standard. Il progetto consiste in:

  • un server X leggermente modificato

  • un pacchetto Mesa aggiornato in grado di aggiungere un nuovo supporto del protocollo

Installando questi componenti è possibile ottenere effetti GL-accelerati sul vostro desktop con poche modifiche, abilitandoli e disabilitandoli a vostro piacimento senza sostituire il vostro server X. AIGLX abilita altresì applicazioni GLX remote, in modo da trarre vantaggio dall'accelerazione GLX hardware.

GUI Frysk

L'obiettivo del progetto frysk è quello di creare un tool di controllo e di debugging del sistema, intelligente, distribuito e sempre in funzione, in grado di permettere agli sviluppatori ed agli amministratori di sistema di:

  • controllare thread e processi in esecuzione (incluso la creazione e distribuzione degli eventi)

  • controllare l'uso del locking delle primitive

  • esporre i deadlock

  • raccogliere dati

  • eseguire il debug di qualsiasi processo attraverso la sua selezione tramite elenco, o permettendo a frysk di aprire una finestra del codice sorgente (o altro), su di un processo che si comporta in modo anomalo o soggetto ad interruzioni inaspettate 'crash'.

Con Red Hat Enterprise Linux 5 il graphical user interface frysk risulta essere una technology preview, mentre l'interfaccia a linea di comando frysk risulta essere pienamente supportata.

Systemtap

Systemtap fornisce una infrastruttura (GPL) del software libero, in grado di facilitare la raccolta delle informazioni sul sistema Linux in esecuzione. Ciò assiste nel processo di diagnosi di un problema di prestazione o funzionalità. Con l'aiuto di systemtap, gli sviluppatori non hanno alcun bisogno di seguire la sequenza di ricompilazione, installazione e di riavvio altrimenti necessaria per ottenere i dati.

Dogtail

Dogtail è un tool di prova della GUI e del framework per l'automazione scritto in Python, il quale utilizza tecnologie di Accessibilità, per comunicare con le applicazioni del desktop.

Supporto per le lingue Indic e Sinhalese

Red Hat Enterprise Linux 5 contiene anche un supporto per le seguenti lingue come technology preview:

  • Assamese

  • Kannada

  • Sinhalese

  • Telugu

Per maggiori informazioni su come installare ed abilitare il supporto per queste lingue, consultate la sezione Internazionalizzazione di questo documento.

Installazione su dispositivi dm-multipath

Anaconda è in grado ora di rilevare, creare ed installare su dispositivi dm-multipath. Per abilitare questa funzione, aggiungete il parametro mpath sulla riga d'avvio del kernel.

Da notare che il parametro mpath può causare un errore durante l'avvio, se il numero major:minor del dispositivo viene modificato. Questa problematica verrà affrontata in aggiornamenti futuri di Red Hat Enterprise Linux 5.

Installazione / Avvio per inizializzatori software iSCSI (open-iscsi)

Anaconda ora è in grado di fornire la possibilità di eseguire una installazione su di un dispositivo iSCSI. Il processo d'avvio e d'installazione è pienamente supportato tramite l'inizializzatore hardware QLogic qla4xxx. Tuttavia la capacità d'installare su di un dispositivo iSCSI per l'inizializzatore software open-iscsi, è attualmente considerato una Technology Preview a causa delle seguenti problematiche:

  • L'installazione in modalità di testo non viene completata. Sarà necessario eseguire una installazione grafica, oppure una installazione kickstart automatizzata.

  • Le installazioni basate sui media non vengono completate. È necessario eseguire una installazione basata sulla rete.

  • A seconda degli eventi, Anaconda potrebbe non essere in grado di rilevare tutti i target iSCSI o LUN. Quando si verifica questo comportamento, utilizzate la shell dell'installer per configurare lo storage attraverso i comandi iSCSI.

  • Il demone iscsid potrebbe non avviarsi correttamente. Questo problema impedirà una gestione corretta degli errori iSCSI da parte del sistema, come ad esempio i problemi di rete, SCSI/iSCSI timeout ed errori target. Per confermare l'esecuzione corretta del demone iscsid, eseguite il comando iscsiadm -m session -i e controllate che la riga Internal iscsid Session State:, riporti un valore (può essere riportato qualsiasi valore).

  • Su alcune implementazioni target iSCSI, il sistema potrebbe sospendersi durante il suo spegnimento.

  • Su alcune implementazioni del target iSCSI il sistema potrebbe sospendersi durante l'avvio. Per evitare tale comportamento, spegnete il sistema ed avviatelo nuovamente (invece di eseguire direttamente un riavvio tramite una sessione).

  • Il processo d'avvio eseguito dai dispositivi iSCSI su IBM System p talvolta non funziona correttamente, pur risultando in un processo d'installazione terminato, al momento dell'avvio il suddetto processo non si avvierà correttamente.

  • Al primo avvio dopo l'installazione potrete visualizzare errori SELinux simili al seguente:

    kernel: audit(1169664832.270:4): avc:  denied  { read
    } for  pid=1964 comm="iscsid" 
    

    Per risolvere questo problema avviate il sistema con il parametro del kernel enforcing=0. Una volta avviato correttamente il sistema, usate il comando setenforce 1 per ripristinare la modalità enforcing.

Queste limitazioni verranno affrontate nei futuri aggiornamenti di Red Hat Enterprise Linux 5.

Problematiche conosciute

  • Gli adattatori del bus host che utilizzano il driver MegaRAID devono essere impostati in modo da operare in modalità emulazione "Mass Storage", e non in modalità emulazione "I2O". Per fare questo seguire le seguenti fasi:

    1. Andate nella Utilità d'impostazione del BIOS di MegaRAID.

    2. Entrate nel menu impostazioni adattatore.

    3. Sotto Altre opzioni adattatore, selezionate Emulazione ed impostatelo su Mass Storage.

    Se l'adattatore è impostato in modo non corretto su emulazione "I2O", il sistema cercherà di caricare il driver i2o. Tale operazione fallirà, impedendo al driver corretto di essere caricato.

    Le precedenti release di Red Hat Enterprise Linux generalmente non caricano il driver I2O prima del driver MegaRAID. È comunque importante impostare sempre l'hardware su modalità emulazione "Mass Storage" se usato con Linux.

  • Quando installate un guest completamente virtualizzato e configurato con vcpus=2, il suddetto guest necessita di un periodo molto esteso prima di eseguire l'avvio.

    Per far fronte a questo problema annullate il guest slow-booting usando il seguente comando xm destroy <guest id>, per poi utilizzare xm create <guest id> per avviare successivamente lo stesso guest.

  • Red Hat Enterprise Linux 5 include openmpi-1.1.1-4.el5 (dalla distribuzione OFED 1.1), il quale può terminare interamente le sue funzioni dopo un determinato periodo. Questo comportamento si verifica dopo che lo stack openmpi funziona come previsto per un periodo di tempo indefinito.

    Per versioni aggiornate di openmpi, vi preghiamo di controllare http://people.redhat.com/dledford/Infiniband/openmpi

  • L'installazione di Windows Server 2003 come guest su di un sistema Red Hat Enterprise Linux 5 completamente virtualizzato, termina inaspettatamente dopo aver completato la prima fase di installazione. Quando si verifica il suddetto comportamento, la finestra della console grafica verrà chiusa ed il guest scomparirà dall'elenco del Virtual Machine Manager della macchina, generando un errore Broken pipe.

    Questo problema verrà risolto in uno dei prossimi aggiornamenti di Red Hat Enterprise Linux 5. Una soluzione potrebbe essere l'utilizzo del seguente comando nel terminale:

    xm create /etc/xen/<name of guest machine>

    Subito dopo aprite la macchina virtuale.

  • Se desiderate creare un Windows Server 2003 completamente virtualizzato da un CD / DVD, la seconda fase dell'installazione del guest non continuerà con il riavvio.

    Per risolvere questo problema modificate /etc/xen/<nome macchina guest>, aggiungendo correttamente una voce per il dispositivo CD / DVD.

    Se si utilizza un file semplice come dispositivo virtuale in una installazione, la riga disk di /etc/xen/<nome della macchina guest> sarà simile al seguente:

    disk = [ 'file:/PATH-OF-SIMPLE-FILE,hda,w']
    

    Un dispositivo DVD-ROM, /dev/dvd presente sull'host, può essere reso disponibile per la fase 2 dell'installazione come hdc, semplicemente aggiungendo una entry simile a 'phy:/dev/dvd,hdc:cdrom,r'. Conseguentemente la riga del disco dovrebbe essere simile alla seguente:

    disk = [ 'file:/opt/win2003-sp1-20061107,hda,w', 'phy:/dev/dvd,hdc:cdrom,r']
    

    Il percorso preciso del dispositivo da utilizzare potrebbe variare a seconda del vostro hardware.

  • rmmod xennet causa l'arresto inaspettato di domU; ciò è dovuto a causa di una tabella di sessione della funzione di Virtualizzazione. A causa dell'impossibilità della funzione di Virtualizzazione a rilasciare in modo asincrono le operazioni della tabella di sessione, non sarà sicuro caricare il modulo xennet all'interno dei guest. In queste situazioni le suddette tabelle vengono utilizzate per eseguire comunicazioni backend-frontend, senza garantire che il backend possa rilasciare i riferimenti, generando così una perdita di memoria.

    Questo problema verrà risolto nella release successiva di Red Hat Enterprise Linux 5. Al momento è consigliato di non caricare il modulo xennet nei guest.

  • L'esecuzione del comando ethtool eth0 visualizza informazioni incomplete sulle impostazioni della scheda ethernet. Tale comportamento si verifica solo su sistemi che eseguono un kernel virtualizzato, poichè la funzione di Virtualizzazione utilizza impostazioni di networking, dove il dispositivo ethernet fisico viene definito come peth0. Per questo motivo il comando corretto per il ripristino delle informazioni riguardanti il dispositivo ethernet fisico è ethtool peth0.

  • Durante l'utilizzo di Red Hat Enterprise Linux 5 su di una macchina con chipset nVidia CK804, è possibile ricevere messaggi kernel simili ai seguenti:

    kernel: assign_interrupt_mode Found MSI capability
    kernel: pcie_portdrv_probe->Dev[005d:10de] has invalid IRQ. Check vendor BIOS
    

    I suddetti messaggi indicano che determinate porte PCI-E non richiedono IRQ. Altresì essi non interessano in alcun modo, la normale funzionalità della macchina.

  • Alcuni dispositivi Wireless Cisco Aironet, impediscono al NetworkManager di conservare le informazioni relative al collegamento per reti wireless che non trasmettono alcun SSID. Ciò è causato da una limitazione firmware del dispositivo Wireless Cisco Aironet.

  • I laptop con scheda wireless Cisco Aironet MPI-350 possono entrare in una fase di sospensione nel tentativo di ottenere un indirizzo DHCP, durante qualsiasi installazione basata sulla rete utilizzando una porta wired ethernet.

    Per risolvere questo problema utilizzate per la vostra installazione il media locale. Alternativamente disabilitate la scheda wireless nel BIOS del laptop prima di eseguire l'installazione (è possibile riabilitare la scheda wireless dopo aver completato l'installazione).

  • Attualmente system-config-kickstart non supporta la selezione e la deselezione dei pacchetti. Se utilizzate system-config-kickstart, l'opzione Seleziona pacchetto risulta disabilitata. Tale comportamento è dovuto all'utilizzo di yum da parte di system-config-kickstart per raccogliere informazioni sul gruppo, anche se esso non risulta abilitato a configurare yum in modo da collegarsi a Red Hat Network.

    Questo problema è attualmente sotto esame e verrà risolto nella prossima release di Red Hat Enterprise Linux 5. Al momento è necessario aggiornare manualmente le sezioni del pacchetto nei vostri file di kickstart. Se utilizzate system-config-kickstart per aprire un file di kickstart, tutte le informazioni del pacchetto verranno conservate al suo interno e scritte nuovamente durante il processo di salvataggio.

  • I sistemi con controller SATA possono arrestarsi durante il processo d'avvio, visualizzando il seguente messaggio d'errore:

    ata2: port is slow to respond, please be patient
    

    Subito dopo verrà visualizzato il seguente messaggio:

    ata2: reset failed, giving up
    

    Da notare che subito dopo il secondo messaggio d'errore, il sistema continuerà normalmente il proprio processo d'avvio. Non si verificheranno altri problema al di fuori di un suo rallentamento durante il processo; se i driver SATA risultano essere fisicamente presenti, essi verranno rilevati senza alcun problema.

  • I sistemi 4-socket AMD Sun Blade X8400 Server Module che non hanno una memoria configurata in node 0, entreranno in uno stato di panic durante l'avvio. Per evitare il panic del kernel i sistemi dovranno essere configurati con memoria in node 0.

  • L'installazione su dispositivi mirror LVM attraverso Anaconda non è attualmente supportata. Questa capacità verrà aggiunta all'interno di un aggiornamento futuro di Red Hat Enterprise Linux 5.

  • Durante l'installazione di Red Hat Enterprise Linux 5 da una directory, su di un server NFS contenente immagini ISO di Red Hat Enterprise Linux, Anaconda potrebbe visualizzare il seguente messaggio d'errore:

    Unable to read package metadata. This may be due to a missing repodata directory. 
    Please ensure that your install tree has been correctly generated. Cannot 
    open/read repomd.xml file for repository:
    

    Questo problema si verifica se la directory che contiene le immagini ISO, contiene anche un albero d'installazione parzialmente estratto (per esempio la directory /images dalla prima ISO). La presenza di queste directory genera l'errore sopra riportato.

    Per evitare questo errore estraete l'albero solo su directory diverse da quella che contiene le immagini ISO d'installazione.

  • In questa release di Red Hat Enterprise Linux 5 il Boot-time logging su /var/log/boot.log non risulta disponibile. Una funzionalità equivalente verrà aggiunta all'interno di un aggiornamento futuro di Red Hat Enterprise Linux 5.

  • kexec o kdump, sono in grado di eseguire il dump sui dischi collegati ad un controller accraid.

    Per risolvere questo problema utilizzate scp per il network dumping. Alternativamente potete eseguire il dump su di un disco attraverso un controller diverso.

  • Se utilizzate un laptop IBM T43 su di una docking station collegata ad un monitor Dell secondario, previo avvio, sia il laptop che la schermata secondaria visualizzeranno risoluzioni incorrette.

    Per evitare una situazione simile in futuri login eseguite le fasi di seguito riportate:

    1. Aprite il menu Visualizza impostazioni utilizzando il comando system-config-display.

    2. Fate clic sulla tabella Dual head.

    3. Selezionate Usa dual head ed inserite la configurazione corretta per il monitor secondario.

    4. Riavviate il sistema.

  • L'installazione di un guest completamente virtualizzato utilizzando media d'installazione separati, cioè CD-ROM multipli -- potrebbe fallire quando verrà richiesto di sostituire i CD d'installazione. Durante il processo d'installazione dell'OS del guest, gli utenti potrebbero non essere in grado di montare o estrarre i CD d'installazione, tale tendenza impedisce il completamento dell'installazione.

    Per questo motivo è consigliato utilizzare la console del monitor QEMU, per cambiare le immagini del CD-ROM durante il processo d'installazione dell'OS. La procedura è la seguente:

    1. Aprite una console VNC grafica per l'OS guest.

    2. Smontate il dispositivo CD-ROM nell'OS del guest.

    3. Selezionate la console del monitor QEMU premendo i tasti Ctrl-Alt-2.

    4. Eseguite il comando eject hdc.

    5. Eseguite il comando change hdc <path to the CD-ROM in host system>.

    6. Ritornate sulla console dell'OS guest premendo i tasti Ctrl-Alt-1.

    7. Montate il dispositivo CD-ROM nell'OS del guest.

    Da notare che quando usate un client VNC regolare, il server X dell'host potrebbe incontrare alcune difficoltà nell'interpretare il comando Ctrl-Alt-2 e Ctrl-Alt-1. Per risolvere questo problema in virt-manager, utilizzate sticky keys. Premendo Ctrl tre volte lo renderete "sticky" fino a quando non viene premuto il non-modificatore successivo. Per questo motivo, per poter inviare Ctrl-Alt-1, premere Ctrl due volte prima di premere Ctrl-Alt-1.

  • Il Red Hat Enterprise Linux 5 Driver Update Model crea immagini initrd modificate ogni qualvolta viene installato un pacchetto kmod, il quale include un driver in grado di modificare il bootpath. Col tempo il numero di immagini initrd di backup potrebbero riempire la partizione /boot, in particolare se vengono eseguiti sul sistema un numero considerevole di aggiornamenti driver.

    Per questo motivo, è consigliato controllare lo spazio disponibile sulla partizione /boot se eseguite regolarmente dei processi di aggiornamento del driver. È possibile rendere disponibile più spazio su /boot, rimuovendo immagini vecchie di initrd; questi file terminano in .img0, .img1, .img2, e così via.

  • Autorun su media rimovibili non è attualmente abilitato. Per installare i pacchetti dal CD supplementare di Red Hat Enterprise Linux, lanciate manualmente l'installer del CD usando il seguente comando:

    system-cdinstall-helper /media/path-to-mounted-drive

  • Quando eseguite l'aggiornamento da Red Hat Enterprise Linux 4 a Red Hat Enterprise Linux 5, la Deployment Guide non viene installata automaticamente. Usate pirut per installarla manualmente dopo aver terminato il processo di aggiornamento.

  • Un bug relativo a autofs impedisce il funzionamento corretto di multi-mounts.

    Raggiunta una scadenza, se l'ultimo componente di multi-mount da controllare non possiede un mount ad esso associato, mentre gli altri componenti risultano occupati, autofs determina erroneamente che multi-mount avrà raggiunto la sua scadenza. Ne consegue in un multi-mount scaduto parzialmente, e quindi non in grado di rispondere alle successive richieste di mount ed ai processi expire.

    Per risolvere questo problema in modo permanente, aggiornate autofs usando il comando yum update autofs.

  • Il sistema potrebbe non eseguire correttamente il riavvio nel kernel kexec/kdump, se X risulta essere in esecuzione ed utilizza un driver diverso da vesa. Questo problema esiste solo con i chpset grafici ATI Rage XL.

    Se X è in esecuzione su di un sistema equipaggiato con ATI Rage XL, assicuratevi che esso stia utilizzando il driver vesa in modo da poter eseguire correttamente un processo di riavvio in un kernel kexec/kdump.

  • Il processo di creazione di un guest completamente virtualizzato usando un boot.iso su di una condivisione NFS in modalità lettura-scrittura, non verrà completato correttamente. Per risolvere questo problema montate la condivisione NFS in sola-lettura.

    Se non siete in grado di montare la condivisione NFS in sola-lettura, copiate boot.iso sulla directory /var/lib/xen/images/ locale.

Informazioni generali

Questa sezione contiene le informazioni generali non specifiche a qualsiasi altra sezione presente in questo documento.

Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide

Questa release di Red Hat Enterprise Linux contiene una Deployment Guide sufficientemente completa. Per poterla consultare, andate su Sistema (sul pannello) => Documentazione => Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.

È intenzione di Red Hat fornire versioni completamente tradotte della Deployment Guide per tutte le lingue supportate. Se avete installato una versione localizzata o tradotta della Deployment Guide, vi consigliamo di aggiornarla alla nuova versione quando disponibile attraverso Red Hat Network.

Virtualizzazione

Red Hat Enterprise Linux 5 include capacità di virtualizzazione basate su Xen per i686 e x86-64, insieme ad una infrastruttura software necessaria per gestire un ambiente virtualizzato.

L'implementazione della virtualizzazione con Red Hat Enterprise Linux 5 si basa sull'hypervisor, il quale a sua volta è in grado di facilitare una virtualizzazione con un overhead molto basso per mezzo della paravirtualizzazione. Utilizzando processori con capacità AMD AMD-V, la virtualizzazione in Red Hat Enterprise Linux 5, permette ai sistemi operativi di essere eseguiti in modalià completamente virtualizzata senza essere modificati.

Su Red Hat Enterprise Linux 5 la virtualizzazione presenta le seguenti caratteristiche:

  • Libvirt, una libreria in grado di fornire una API consistente e portabile per la gestione di macchine virtuali.

  • Virtual Machine Manager, una utilità grafica per il monitoraggio e la gestione di macchine virtuali.

  • Supporto macchina virtuale nell'installer, inclusa la possibilità di eseguire il kickstart su macchine virtuali.

Red Hat Network supporta anche le macchine virtuali.

Al momento la funzione di Virtualizzazione presenta i seguenti limiti:

  • Ricordate che se la Virtualizzazione risulta essere abilitata, non sono supportate le funzioni sospendi su RAM o sospendi su disco, e non sarà possibile eseguire il frequency scaling della CPU.

  • I guest con hardware-virtualizzato non possono avere una memoria virtuale maggiore di 2GB.

  • I guest completamente virtualizzati non possono essere salvati, ripristinati o migrati.

  • Il comando xm create non possiede un equivalente grafico in Virtual Machine Manager.

  • La virtualizzazione supporta solo il componente bridged networking. Tutti i tool corrispondenti usati dal guest, automaticamente scelgono questo componente come default.

  • La policy SELinux di Red Hat predefinita per la Virtualizzazione, permette ai file di configurazione di essere salvati su /etc/xen, i file log di essere salvati su /var/log/xen/, ed i disk files (incluso i core dump) di essere salvati su /var/lib/xen. Queste impostazioni predefinite possono essere modificate utilizzando il tool semanage.

  • L'hypervisor incluso in questa release riguardante la Virtualizzazione non ha capacità NUMA; per questo motivo le sue prestazioni su macchine NUMA potrebbero non essere ottimali. Tale problema verrà affrontato in aggiornamenti futuri di Red Hat Enterprise Linux 5.

    Per risolvere questo problema abilitate memory node interleaving nel BIOS della macchina NUMA. Tale operazione assicura una prestazione più lineare.

  • I domini paravirtualizzati attualmente non supportano la mappatura di tastiere diverse da en-US. Per questo motivo, altri tipi di mappature non saranno in grado di digitare combinazioni di tasti particolari. Questo problema verrà affrontato in futuri aggiornamenti di Red Hat Enterprise Linux 5.

  • Il kernel virtualizzato non può utilizzare la funzione kdump.

  • Le immagini qcow e vmdk non sono supportate. Quando si configurano manualmente i guest, le immagini salvate da un dispositivo logico o fisico, dovrebbero utilizzare la tipologia phy:. Per le immagini salvate su file impostate il tipo d'immagine su tap:aio: per guest paravirtualizzati, e file: per guest virtualizzati.

  • Il profiling su domini completamente virtualizzati potrebbe non essere accurato. Questo problema verrà risolto nella release successiva di Red Hat Enterprise Linux 5.

  • I domini paravirtualizzati possono auto-rilevare solo movimenti del mouse relativi, ed il movimento del cursore risulta essere imprevedibile. Questo problema verrà affrontato in aggiornamenti futuri di Red Hat Enterprise Linux 5.

  • Alcune impostazioni della console seriale dom0 possono richiedere una configurazione aggiuntiva. Consultate la sezione Troubleshooting della Virtualization Guide, per maggiori informazioni sulle configurazioni consigliate.

  • Per avere una console operativa per il guest paravirtualizzato, sarà necessario specificare console=xvc0 all'interno della linea di comando.

  • Quando i sistemi operativi guest vengono configurati in modo da utilizzare gli sparse file, dom0 può usare tutto lo spazio del disco disponibile. Tale evento impedisce il completamento dei processi di scrittura sul disco guest, causando una perdita di dati in guest. Altresì, i guest che utilizzano gli sparse file non eseguono un processo di sincronizzazione I/O sicuro.

    Per questo motivo è consigliato usare non-sparse file. Per configurare i guest all'utilizzo di non-sparse file, usate l'opzione --nonsparse quando eseguite virt-install.

Modifiche al Web Server Packaging

Red Hat Enterprise Linux 5 include ora la versione 2.2 del server HTTP di Apache. Questa release introduce un certo numero di miglioramenti rispetto alla serie 2.0, essi includono:

  • moduli migliorati per il caching (mod_cache, mod_disk_cache, mod_mem_cache)

  • una nuova struttura per il supporto dell'autorizzazione ed autenticazione, che sostituisce i moduli di autenticazione forniti con le versioni precedenti

  • supporto per il bilanciamento del carico proxy (mod_proxy_balancer)

  • supporto per la gestione di file molto grandi (e cioè maggiori di 2GB) su piattaforme a 32-bit

Sono state eseguite le seguenti modifiche alla configurazione http di default:

  • I moduli mod_cern_meta e mod_asis non vengono più caricati per default.

  • Per default viene caricato ora il modulo mod_ext_filter.

Se state eseguendo un aggiornamento da una release precedente di Red Hat Enterprise Linux, la configurazione httpd dovrà essere aggiornata a httpd 2.2. Per maggiori informazioni consultate http://httpd.apache.org/docs/2.2/upgrading.html.

Qualsiasi modulo third-party compilato per httpd 2.0 deve essere ricompilato per httpd 2.2.

php

È ora presente con Red Hat Enterprise Linux 5 la versione 5.1 di PHP, la quale include un certo numero di modifiche al linguaggio insieme a miglioramenti sostanziali della prestazione. Sarà necessario modificare alcuni script per un loro utilizzo con la nuova versione; vi preghiamo di consultare il link sotto riportato per maggiori informazioni su come migrare da PHP 4.3 a PHP 5.1:

http://www.php.net/manual/en/migration5.php

L'eseguibile /usr/bin/php viene ora compilato usando il SAPI della linea di comando CLI, invece del SAPI CGI. Utilizzate /usr/bin/php-cgi per SAPI CGI. L'eseguibile php-cgi include anche il supporto FastCGI.

Sono stati aggiunti i seguenti moduli d'estensione:

  • l'estensione mysqli, una nuova interfaccia creata in modo specifico per MySQL 4.1 (inclusa nel pacchetto php-mysql)

  • date, hash, Reflection, SPL e SimpleXML (presenti col pacchetto php)

  • pdo e pdo_psqlite (nel pacchetto php-pdo)

  • pdo_mysql (nel pacchetto php-mysql)

  • pdo_pgsql (nel pacchetto php-pgsql)

  • pdo_odbc (nel pacchetto php-odbc)

  • soap (nel pacchetto php-soap)

  • xmlreader e xmlwriter (nel pacchetto php-xml)

  • dom (in sostituzione dell'estensione domxml nel pacchetto php-xml)

I seguenti moduli d'estensione non sono più inclusi:

  • dbx

  • dio

  • yp

  • overload

  • domxml

Il framework PEAR

Il framework PEAR non è contenuto nel pacchetto php-pear. Sono inclusi con Red Hat Enterprise Linux 5 solo i seguenti componenti PEAR:

  • Archive_Tar

  • Console_Getopt

  • XML_RPC

Partizioni swap non cifrate e file system non-root

Red Hat Enterprise Linux 5 fornisce ora un supporto di base per partizioni swap non cifrate e file system non-root. Per utilizzare questa funzione aggiungete le entry appropriate su /etc/crypttab, e fate riferimento ai dispositivi creati in /etc/fstab.

Di seguito viene riportato un esempio di entry /etc/crypttab:

my_swap /dev/hdb1 /dev/urandom swap,cipher=aes-cbc-essiv:sha256

Ciò crea un dispositivo a blocchi cifrato /dev/mapper/my_swap, il quale può essere preso come riferimento in /etc/fstab.

Di seguito viene riportato un esempio di entry /etc/crypttab per un file system volume:

my_volume /dev/hda5 /etc/volume_key cipher=aes-cbc-essiv:sha256

Il file /etc/volume_key contiene una chiave di cifratura con testo in chiaro. È possibile anche specificare none come nome del file della chiave, ciò configura il sistema in modo da richiedere la chiave di cifratura durante il processo d'avvio.

È consigliato utilizzare LUKS (Linux Unified Key Setup) per impostare i volumi del file system. Per fare questo seguite le fasi di seguito riportate:

  1. Create un volume cifrato utilizzando cryptsetup luksFormat.

  2. Aggiungete la entry necessaria su /etc/crypttab.

  3. Impostate il volume manualmente utilizzando cryptsetup luksOpen (oppure eseguite il riavvio).

  4. Create un file system sul volume cifrato.

  5. Aggiungete la entry necessaria su /etc/fstab.

mount e umount

I comandi mount e umount non supportano più direttamente NFS; non esiste più il client NFS interno. A tal proposito è necessario installare un pacchetto nfs-utils separato, il quale fornisce /sbin/mount.nfs e /sbin/umount.nfs.

Browsing stampante CUPS

È possibile configurare il browsing della stampante CUPS attraverso una sottorete locale, utilizzando semplicemente il tool grafico system-config-printer. Potete eseguire la stessa operazione utilizzando anchel'interfaccia web di CUPS, http://localhost:631/.

Per utilizzare broadcast diretti per il browsing della stampante tra sottoreti, aprite /etc/cups/cupsd.conf sui client e sostituite BrowseAllow @LOCAL con BrowseAllow ALL.

Supporto ATI e R500

Le schede grafiche ATI basate sul chipset R500, sono supportate solo per il driver vesa, e non sono supportate da Red Hat Enterprise Linux 5 su monitor esterni, proiettori LCD o supporto 3D accelerato.

up2date e yum

up2date non è più supportato in favore di yum (Yellowdog Updater Modified). Per questo motivo è consigliabile controllare qualsiasi script relativo a up2date, usato dal vostro sistema. Per maggiori informazioni su yum, consultate la pagina man relativa con il comando man yum; è possibile altresì consultare la documentazione installata presente all'interno delle directory /usr/share/doc/yum-<version> e /usr/share/doc/yum-metadata-parser-<version> (sostituire <version> con la versione corrispondente di yum e yum-metadata-parser installata).

Server OpenLDAP e Red Hat Directory Server

Red Hat Directory Server è un server basato su LDAP che centralizza i dati di rete ed enterprise in un registro basato sulla rete di un sistema operativo indipendente. Sostituirà i componenti server di OpenLDAP, i quali non verranno più supportati dopo Red Hat Enterprise Linux 5. Per maggiori informazioni su Red Hat Directory Server, consultate http://www.redhat.com/software/rha/directory/.

Supporto driver i810 e i830

Il driver i810 supporta tutti i chipset grafici Intel integrati, da i810 a i965. Tuttavia il supporto per chipset i830 (e versioni più recenti) è limitato; il driver i810 può solo impostare le modalità impostate nel BIOS del video. Se la vostra macchina presenta un chipset i830 o una versione più recente, eseguite il comando di seguito riportato per determinare le modalità disponibili:

grep Mode: /var/log/Xorg.0.log

Le modalità contrassegnate con un asterisco (*) sono disponibili per la selezione.

Numerosi BIOS video per laptop non forniscono alcuna modalità che corrisponde alla misura nativa del pannello. Per questo motivo la modalità selezionata potrebbe apparire allungata, distorta o con margini in neretto. Se la modalità da voi scelta non viene visualizzata in modo corretto, allora avrete bisogno di aggiornare il BIOS tramite il vostro rivenditore hardware, in modo che la dimensione nativa del pannello funzioni correttamente.

Login della Smart Card

Red Hat Enterprise Linux 5 include il supporto per le Smart Card, le quali forniscono uno storage sicuro per la vostra coppia di chiavi e per il certificato della chiave pubblica associato. Queste chiavi sono protette attraverso un PIN da inserire quando sono necessari una chiave o una Smart Card.

L'impiego di Smart Card in un ambiente Red Hat Enterprise Linux 5, vi permetterà di acquisire funzioni come Kerberos e S/MIME, aumentando così la sicurezza relativa al processo di autenticazione. Red Hat Enterprise Linux 5 supporta quanto segue:

  • Axalto Cyberflex 32K e-Gate

  • Schede DoD CAC

Per impostare l'autenticazione della Smart Card, la vostra rete avrà bisogno di essere equipaggiata con Red Hat Directory Server e Red Hat Certificate System. Per maggiori informazioni sulle Smart Card, consultate il capitolo Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide su Single Sign-On.

Supporto collegamento di rete Intel PRO/Wireless 3945ABG

Questa release di Red Hat Enterprise Linux 5 include un supporto per l'adattatore ipw3945 (Intel PRO/Wireless 3945ABG Network Connection). Il disco supplementare di Red Hat Enterprise Linux 5 contiene il driver, il demone di regolazione ed il firmware, necessari per supportare questo adattatore.

Per abilitare il supporto per l'adattatore wireless ipw3945, ricercate all'interno del disco supplementare di Red Hat Enterprise Linux 5, i pacchetti con un filename contenente "3945" ed installateli.

rawio

rawio è una interfaccia non più supportata, tuttavia Red Hat Enterprise Linux 5 presenta ancora tale supporto. Se siete in possesso di un'applicazione che esegue un accesso al dispositivo utilizzando rawio, è fortemente consigliato modificare la vostra applicazione, in modo da aprire il dispositivo a blocchi con un flag O_DIRECT. L'interfaccia rawio sarà sempre presente durante il ciclo di vita di Red Hat Enterprise Linux 5, ma verrà rimossa nelle release future.

Attualmente sui file system, AIO (Asynchronous I/O) è solo supportato in modalità O_DIRECT o non-bufferizzato. Altresì è da notare che l'interfaccia poll asincrona non è più presente, e che AIO sui pipe non risulta essere più supportato.

ctmpc

ctmpc non è più un driver supportato, tuttavia esso verrà ancora incluso nel ciclo di vita di Red Hat Enterprise Linux 5. Da notare che il suddetto driver verrà rimosso dalle future release.

Supporto semanage e per Moduli della Policy

Red Hat Enterprise Linux 5 supporta ora i moduli della policy e semanage. I suddetti moduli semplificano la creazione e la distribuzione delle personalizzazioni della policy e policy esterne 'third party', attraverso l'utilizzo dei tool semodule e checkmodule.

Il tool semanage è un tool di gestione della policy in grado di modificare la configurazione di SELinux. Vi permette altresì di configurare i contenuti del file, l'etichettaggio del componente di networking, e le mappature dell'utente per Linux-to-SELinux.

Mappatura Dispositivo raw

L'interfaccia dei dispositivi raw non è più supportata con Red Hat Enterprise Linux 5; la mappatura del dispositivo raw, viene ora configurata tramite regole udev.

Per configurare la mappatura del dispositivo raw, aggiungete le entry appropriate su /etc/udev/rules.d/60-raw.rules nei seguenti formati:

  • Per i nomi del dispositivo:

    ACTION=="add", KERNEL="<device name>", RUN+="raw /dev/raw/rawX %N"
    
  • Per numeri maggiori / minori:

    ACTION=="add", ENV{MAJOR}="A", ENV{MINOR}="B", RUN+="raw /dev/raw/rawX %M %m"
    

Sostituire <device name> con il nome del dispositivo che dovete unificare (per esempio, /dev/sda1). "A" e "B" sono i numeri maggiori / minori del dispositivo da unificare, X è il numero del dispositivo raw che il sistema deve utilizzare.

Se siete in possesso di un file /etc/sysconfig/rawdevices pre-esistente molto grande, convertitelo con il seguente script:

#!/bin/sh

grep -v "^ *#" /etc/sysconfig/rawdevices | grep -v "^$" | while read dev major minor ; do
        if [ -z "$minor" ]; then
                echo "ACTION==\"add\", KERNEL==\"${major##/dev/}\", RUN+=\"/usr/bin/raw $dev %N\""
        else
                echo "ACTION==\"add\", ENV{MAJOR}==\"$major\", ENV{MINOR}==\"$minor\", RUN+=\"/usr/bin/raw $dev %M %m\""
        fi
done
Supporto QLogic

Red Hat Enterprise Linux 5 supporta la famiglia QLogic di iSCSI HBA (Host Bus Adapters). Al momento solo l'interfaccia iSCSI relativa viene supportata (utilizzando il driver qla4xxx).

In aggiunta, Red Hat attualmente non li supporta come Ethernet NIC, in quanto questa funzione necessita del driver qla3xxx. Questo problema verrà affrontato nella prossima release di Red Hat Enterprise Linux 5.

Set d'istruzioni per IBM System z

Per poter utilizzare al meglio il set di istruzioni relativo a IBM System z per le applicazioni a 31-bit, è consigliato utilizzare l'opzione -march=z900 di gcc. Per applicazioni a 64-bit, gcc utilizzerà pre default il set di istruzioni IBM System z.

Accesso iSeries per Linux

L'iSeries ODBC Driver per Linux è stato sostituito da iSeries Access, il quale può essere scaricato dal seguente link:

http://www.ibm.com/eserver/iseries/access/linux/

iSeries Access per Linux offre un accesso basato su Linux ai server iSeries, e vi permetterà altresì di:

  • Accedere al DB2 UDB (Universal Database) per iSeries usando il proprio driver ODBC

  • Stabilire una sessione 5250 su di un server iSeries da un client Linux

  • Accedere ad un DB2 UDB tramite il driver (Extended Dynamic Remote SQL)

  • Supporto per le piattaforme a 32-bit (i386 e PowerPC) e a 64-bit (x86-64 e PowerPC)

IBM Power4 iSeries

Red Hat Enterprise Linux non supporta più IBM Power4 iSeries.

Programma di aggiornamento del driver

Questa sezione riporta le informazioni su come implementare il programma di aggiornamento del driver di Red Hat Enterprise Linux 5.

Pacchetti modulo del kernel

È possibile con Red Hat Enterprise Linux 5, creare alcuni pacchetti del modulo del kernel aggiornati, i quali dipendono dalla versione ABI del kernel attuale e non da una sua release specifica. Tale operazione facilita la creazione di moduli del kernel che possono essere usati nei confronti di una gamma di kernel Red Hat Enterprise Linux 5, invece di una release singola. Il sito web relativo, http://www.kerneldrivers.org/, contiene informazioni supplementari sul processo di packaging, insieme a numerosi esempi.

Sono state identificate le seguenti problematiche:

  • I driver Bootpath distribuiti come pacchetti kmod non sono ufficialmente supportati.

  • L'override di driver in-kernel esistenti non risulta essere supportato.

Queste problematiche verranno affrontate in aggiornamenti futuri di Red Hat Enterprise Linux 5.

Caricamento Modulo del kernel

Il comportamento durante il caricamento del modulo su Red Hat Enterprise Linux 5 è stato modificato rispetto alle precedenti release di Red Hat Enterprise Linux. I moduli presenti nel pacchetto del kernel di Red Hat Enterprise Linux 5 risultano essere firmati, come nel caso di Red Hat Enterprise Linux 4. Sui Kernel Red Hat Enterprise Linux 5, tuttavia, non è più possibile caricare un modulo firmato da un'altro tipo di kernel.

Ciò significa che il modulo presente con la distribuzione iniziale di Red Hat Enterprise Linux 5, non può essere caricato con futuri kernel aggiornati. Ciò permetterà di non caricare sul sistema i moduli che non risultano più essere supportati. Red Hat supporta solo i moduli firmati ed inclusi nella distribuzione.

Se desiderate caricare un modulo più vecchio potete provare a ricompilarlo senza usare alcuna firma. Alternativamente potete rimuovere la firma dal file binario usando il seguente comando:

objcopy -R .module_sig <module name>-mod.ko <module name>-nosig.ko

Vi consigliamo di consultare un rappresentante del Red Hat Global Support prima di caricare i moduli non firmati.

Internazionalizzazione

Questa sezione riporta le informazioni sul supporto delle lingue con Red Hat Enterprise Linux 5.

Input Method

SCIM (Smart Common Input Method) ha sostituito IIIMF come sistema di input method per le lingue orientali o altre lingue presenti in questa release. Il modulo GTK Input Method predefinito per SCIM viene fornito da scim-bridge; in Qt viene fornito da scim-qtimm.

Di seguito vengono riportate le combinazioni di tasti predefinite per le diverse lingue:

  • Tutte le lingue: Ctrl-Space

  • Giapponese: Zenkaku-Hankaku o Alt-`

  • Coreano: Shift-Space

Se SCIM risulta essere installato, verrà eseguito per default da tutti gli utenti.

Dopo aver installato o rimosso i pacchetti del motore SCIM, è consigliato iniziare una nuova sessione del desktop, in modo da far comparire le modifiche all'interno del menù del linguaggio SCIM.

Installazione lingua

Per abilitare un supporto aggiuntivo per alcune lingue orientali, sarà necessario installare i pacchetti di supporto richiesti. Di seguito viene riportato un elenco delle suddette lingue, insieme al comando da eseguire (come utente root), per installare i pacchetti di supporto corrispondenti:

  • Assamese — yum install fonts-bengali m17n-db-assamese scim-m17n

  • Bengali — yum install fonts-bengali m17n-db-bengali scim-m17n

  • Cinese — yum install fonts-chinese scim-chewing scim-pinyin scim-tables-chinese

  • Gujarati — yum install fonts-gujarati m17n-db-gujarati scim-m17n

  • Hindi — yum install fonts-hindi m17n-db-hindi scim-m17n

  • Giapponese — yum install fonts-japanese scim-anthy

  • Kannada — yum install fonts-kannada m17n-db-kannada scim-m17n

  • Coreano — yum install fonts-korean scim-hangul

  • Malayalam — yum install fonts-malayalam m17n-db-malayalam scim-m17n

  • Marathi — yum install fonts-hindi m17n-db-marathi scim-m17n

  • Oriya — yum install fonts-oriya m17n-db-oriya scim-m17n

  • Punjabi — yum install fonts-punjabi m17n-db-punjabi scim-m17n

  • Sinhala — yum install fonts-sinhala m17n-db-sinhala scim-m17n

  • Tamil — yum install fonts-tamil m17n-db-tamil scim-m17n

  • Telugu — yum install fonts-telugu m17n-db-telugu scim-m17n

È consigliato installare scim-bridge-gtk e scim-qtimm quando abilitate il supporto aggiuntivo delle lingue. Il pacchetto scim-bridge-gtk impedisce il verificarsi di possibili conflitti dei binari con applicazioni di terze-parti, collegate a versioni più vecchie di libstdc++.

Da notare che i pacchetti per il supporto di lingue aggiuntive sono disponibili per OpenOffice (openoffice.org-langpack-<language code>_<locale>) e KDE (kde-i18n-<language>). I suddetti pacchetti possono essere installati tramite yum.

im-chooser

È stato aggiunto un nuovo tool di configurazione dell'utente chiamato im-chooser, il quale vi permette di disabilitare ed abilitare l'utilizzo degli input method sul vostro desktop. Quindi, se SCIM è stato installato e se non desiderate eseguirlo sul vostro desktop, disabilitatelo utilizzando im-chooser.

xinputrc

All'avvio di X, xinput.sh ora và alla ricerca di ~/.xinputrc o /etc/X11/xinit/xinputrc invece di ricercare i file di configurazione su ~/.xinput.d/ o /etc/xinit/xinput.d/.

Supporto Pango in Firefox

In Red Hat Enterprise Linux 5, Firefox viene compilato utilizzando Pango il quale fornisce un miglior supporto per alcuni script, come per gli script per la lingua Indiana e CJK (Cinese, Giapponese e Coreano).

Per disabilitare l'utilizzo di Pango, impostate MOZ_DISABLE_PANGO=1 nel vostro ambiente prima di lanciare Firefox.

Caratteri

È ora disponibile un supporto per risaltare in neretto in modo sintetico i caratteri che non possiedono questa funzione.

Sono stati aggiunti nuovi caratteri per il cinese: AR PL ShanHeiSun Uni (uming.ttf) e AR PL ZenKai Uni (ukai.ttf). Il carattere predefinito è AR PL ShanHeiSun Uni, il quale contiene bitmaps embedded. Se preferite outline glyphs 'contorno glifi', aggiungete la seguente sezione al vostro file ~/.font.conf:

<fontconfig>
  <match target="font">
    <test name="family" compare="eq">
      <string
>AR PL ShanHeiSun Uni</string>
    </test>
    <edit name="embeddedbitmap" mode="assign">
      <bool
>false</bool>
    </edit>
  </match>
</fontconfig
>                                
                        
gtk2 IM submenu

Il sottomenù IM del menù del contesto Gtk2, non viene più visualizzato per default. È possibile abilitarlo sulla linea di comando tramite il seguente:

gconftool-2 --type bool --set '/desktop/gnome/interface/show_input_method_menu' true

Supporto per l'installazione in modalità di testo su CJK

Il supporto per il rendering CJK (Cinese, Giapponese e Coreano) è stato rimosso dall'installazione in modalità di testo di Anaconda. Questo metodo non è supportato, poichè l'installazione in modalità GUI, VCN e kickstart sono i metodi preferiti.

gtk+ deprecation

I seguenti pacchetti non sono più supportati e verranno rimossi in Red Hat Enterprise Linux:

  • gtk+

  • gdk-pixbuf

  • glib

in favore dello stack gtk2, il quale offre funzionalità migliori in termini di internazionalizzazione e di gestione dei caratteri.

Input CJK su console

Se è necessario visualizzare testi in lingua cinese, giapponese o coreana sulla console, sarà necessario impostare un framebuffer; successivamente installate bogl-bterm, ed eseguite bterm sul framebuffer.

Note relative al Kernel

Questa sezione risalta le differenze tra 2.6.9 (sul quale si basa Red Hat Enterprise Linux 4) e 2.6.18 (ereditato da Red Hat Enterprise Linux 5 dal 12 Luglio 2006). In questa sezione non verranno riportate le funzioni aggiuntive sulle quale è in corso un lavoro di sviluppo (per esempio la funzione di virtualizzazione), le quali verranno integrate in 2.6.18 o 2.6.19. In altre parole questo elenco mostrerà solo ciò che è stato integrato all'interno dell'albero di Linus; e non caratteristiche in fase di sviluppo. Consuguentemente tale elenco non risulta essere un elenco finale o completo delle nuove funzioni di Red Hat Enterprise Linux 5, anche se presenta una discreta panoramica dei contenuti. Da notare che questa sezione riporta brevemente le fasi più importanti riguardanti le modifiche upstream, per questo motivo non risulta essere completa. Non include numerosi miglioramenti al supporto low-level dell'hardware, e le informazioni relative al driver dei dispositivi.

Il seguente rappresenta uno strumento ottimale per ottenere informazioni complete:

http://kernelnewbies.org/LinuxChanges

Prestazione / Scalabilità
  • Big Kernel Lock preemption (2.6.10)

  • Patch per il preemption volontario (2.6.13) (sottoinsieme in Red Hat Enterprise Linux 4)

  • Supporto spazio utente priority inheritance (PI) leggero per futexes, utile per applicazioni real-time (2.6.18)

  • Nuova primitiva di locking 'mutex' (2.6.16)

  • Timer ad alta risoluzione (2.6.16)

    • In contrasto con l'API di timeout a bassa-risoluzione implementato in kernel/timer.c, hrtimers fornisce una risoluzione migliore ed una maggiore accuratezza a seconda della configurazione del sistema e delle sue capacità. I suddetti timer vengono utilizzati per itimer, POSIX timers, nanosleep e precise in-kernel timing.

  • Modulare, programmatori I/O intercambiabili al volo (2.6.10)

    • In Red Hat Enterprise Linux 4 ciò risultava essere regolabile solo dall'opzione d'avvio (su tutto il sistema e non per-coda).

  • Nuova implementazione Pipe (2.6.11)

    • miglioramento del 30-90% delle prestazioni nella larghezza di banda di pipe

    • Il buffer circolare permette un maggior buffering rispetto al blocco di scrittura

  • "Big Kernel Semaphore": trasforma il Big Kernel Lock in un semaforo

    • riduce la latenza separando i tempi d'attesa di bloccaggio molto lunghi, aggiungendo una prevenzione volontaria

  • X86 "SMP alternatives"

  • libhugetlbfs

    • permette alle applicazioni di utilizzare il supporto huge page in Linux senza dover modificare il codice sorgente

  • pacchetto kernel-headers

    • sostituisce il pacchetto glibc-kernheaders

    • permette una migliore adattabilità con la nuova funzione headers_install del kernel 2.6.18

    • modifiche sostanziali relative all'intestazione del kernel:

      • rimosso il file d'intestazione <linux/compiler.h>, in quanto non più utile

      • rimosse le macro _syscallX(); lo spazio-utente dovrebbe utilizzare syscall() dalla libreria C

      • file d'intestazione <asm/atomic.h> e <asm/bitops.h> rimossi; il compiler C fornisce le proprie funzioni interne atomiche più adatte ai programmi dello spazio-utente

      • il contenuto generalmente protetto con #ifdef __KERNEL__ è stato completamente rimosso con il tool unifdef; se specificate __KERNEL__ per visualizzare le sezioni non visibili per lo spazio-utente, tale funzione non avrà più alcun risultato

      • rimossa la macro PAGE_SIZE per alcune architetture, a causa della diversità delle dimensioni delle pagine; lo spazio-utente dovrebbe usare sysconf (_SC_PAGE_SIZE) o getpagesize()

    • rimossi numerosi contenuti e file d'intestazione per fornire una migliore adattabilità per lo spazio-utente

Caratteristiche generiche aggiunte

  • kexec e kdump (2.6.13)

    • diskdump e netdump sono stati sostituiti da kexec e kdump, i quali forniscono un processo d'avvio e di creazione più rapido di kernel vmcores più affidabili, per processi di diagnosi. Per maggiori informazioni e istruzioni sulla configurazione, vi preghiamo di consultare /usr/share/doc/kexec-tools-<version>/kexec-kdump-howto.txt (sostituite <version> con la versione corrispondente del pacchetto installato kexec-tools).

    • Da notare che attualmente i kernel virtualizzati non possono utilizzare la funzione kdump.

  • inotify (2.6.13)

    • l'interfaccia utente è disponibile attraverso le seguenti syscalls: sys_inotify_init, sys_inotify_add_watch, e sys_inotify_rm_watch.

  • Connettore Eventi del processo (2.6.15)

    • riporta fork, exec, id change, ed eventi exit per tutti i processi allo spazio-utente.

    • Le applicazioni che possono usufruire di questi eventi includono l'accounting / auditing (per esempio ELSA), il controllo dell'attività del sistema (per esempio top), security e la gestione delle risorse (per esempio CKRM). Le semantiche sono parte integrante delle caratteristiche come per-user-namespace, "file come directory" e file system versionati.

  • Sottosistema RTC (RealTime Clock) generico (2.6.17)

  • splice (2.6.17)

    • nuovo meccanismo IO il quale impedisce il processo di copiatura dei dati durante un loro trasferimento tra le applicazioni

    • rif: http://lwn.net/Articles/178199/

File System / LVM

  • EXT3

    • supporto per Attributi Estesi all'interno di un inode molto grande in ext3: risparmio di spazio e miglioramento delle prestazioni in alcuni casi (2.6.11)

  • Supporto multipath del mappatore del dispositivo

  • Supporto ACL per NFSv3 e NFSv4 (2.6.13)

  • NFS: supporto di processi di lettura e scrittura molto grandi attraverso il cavo (2.6.16)

    • Il client NFS di Linux ora supporta il trasferimento di dimensioni fino a 1MB.

  • Modifiche VFS

  • Aggiornamento Big CIFS (2.6.15)

    • contiene diversi miglioramenti riguardanti le prestazioni insieme al supporto per ACL CIFS e Kerberos

  • autofs4: aggiornato in modo da fornire un supporto diretto del mount per autofs dello spazio-utente (2.6.18)

  • cachefs core enablers (2.6.18)

Security

  • Implementazioni sicurezza multilivello per SELinux (2.6.12)

  • Sottosistema audit

    • supporto per il filtraggio basato sul processo-contesto (2.6.17)

    • più comparatori per la regola di filtraggio (2.6.17)

  • TCP/UDP getpeercon: applicazioni security-aware abilitate, in modo da ripristinare l'intero contenuto di sicurezza di un processo sull'altro lato di un socket, utilizzando un'associazione di sicurezza IPSec. Se le informazioni MLS-level risultano necessarie, oppure se è richiesta una interoperabilità con un sistema legacy di unix, NetLabel può essere utilizzato al posto di IPSec.

Networking

  • Aggiunti diversi moduli di congestione TCP (2.6.13)

  • IPv6: supporta diversi nuovi dati sockopt / ancillary in Advanced API (2.6.14)

  • IPv4/IPv6: UFO (UDP Fragmentation Offload) Scatter-gather approach (2.6.15)

    • UFO è una caratteristica dove lo stack di rete del kernel di Linux, scarica la funzionalità di frammentazione di datagrammi UDP molto grandi sull'hardware. Questo ridurrà l'overhead dello stack nella frammentazione di datagrammi UDP molto grandi, in pacchetti con dimensioni MTU.

  • Aggiunto il sottosistema nf_conntrack (2.6.15)

    • Il sottosistema attuale di controllo del collegamento in netfilter, è in grado di gestire solo ipv4. Attualmente sono presenti solo due opzioni per aggiungere un supporto per il controllo del collegamento per ipv6; la duplicazione di tutti i codici di controllo del collegamento ipv4 all'interno di una controparte ipv6, oppure (scelta intrapresa da queste patch), creare un livello generico in grado di gestire sia ipv4 che ipv6, e quindi scrivere solo un modulo d'assistenza per il controllo del collegamento del sub-protocollo (TCP, UDP.). Infatti nf_conntrack è in grado di funzionare con qualsiasi protocollo a 3 livelli.

  • IPV6

    • selezione indirizzo sorgente RFC 3484-compliant (2.6.15)

    • aggiunto un supporto per Preferenze Router (RFC4191) (2.6.17)

    • aggiunto il probing di disponibilità del router (RFC4191) (2.6.17)

    • aggiunto il supporto per tabelle routing multiple e routing della policy

  • Aggiornamenti wireless

    • supporto offload di frammentazione e crittografico dell'hardware

    • supporto QoS (WME), "wireless spy support"

    • mixed PTK/GTK

    • supporto CCMP/TKIP e supporto WE-19 HostAP

    • driver wireless BCM43xx

    • driver wireless ZD1211

    • WE-20, versione 20 delle Estensioni Wireless (2.6.17)

    • aggiunto il livello hardware-independent software MAC, "Soft MAC" (2.6.17)

    • aggiunto il modello di autenticazione LEAP

  • Aggiunto l'offload di segmentazione generico (GSO) (2.6.18)

    • in alcuni casi è in grado di migliorare le prestazioni, ma è necessario abilitarlo tramite ethtool

  • DCCPv6 (2.6.16)

Supporto hardware aggiunto

Nota Bene

Questa sezione riporta solo alcune caratteristiche generiche.

  • supporto x86-64 clustered APIC (2.6.10)

  • Supporto infiniband (2.6.11)

  • Hot plug

    • aggiunte funzioni generiche di supporto e aggiungi/rimuovi della memoria per l'hotplug della memoria stessa (2.6.15)

    • supporto hot plug CPU per l'aggiunta fisica di nuovi processori (l'hotplug disable / enable di CPU già esistenti è già supportato)

  • miglioramenti SATA/libata, supporto hardware aggiuntivo

    • Un gestore dell'errore libata rielaborato; ne risulta un sottosistema SATA molto più robusto, il quale è in grado di ripristinare le proprie funzioni da una gamma di errori più vasta.

    • Native Command Queuing (NCQ), la versione SATA di tagged command queuing - la possibilità di avere diverse richieste I/O in attesa sullo stesso drive contemporaneamente. (2.6.18)

    • Supporto Hotplug (2.6.18)

  • Supporto EDAC (2.6.16)

    • L'obiettivo di EDAC è quello di rilevare e riportare gli errori presenti all'interno del sistema.

  • Aggiunto un nuovo driver ioatdma per il motore Intel(R) I/OAT DMA (2.6.18)

NUMA (Non-Uniform Memory Access) / Multi-core

  • Cpusets (2.6.12)

    • Cpusets ora è in grado di fornire un meccanismo per l'assegnazione di un set di CPU e di Nodi di Memoria ad un insieme di compiti. Cpusets forza la collocazione dei compiti di Memoria e una CPU, solo sulle risorse presenti all'interno di cpuset corrente del task. Essi rappresentano i cardini essenziali necessari per gestire le collocazioni dinamiche dei compiti su sistemi molto grandi.

  • allocatore slab NUMA-aware (2.6.14)

    • Crea slab su nodi multipli gestendoli in modo da ottimizzare le proprie ubicazioni. Ogni nodo possiede il proprio elenco parziale, libero e completo di slab. Tutte le assegnazioni di oggetti per un nodo, avvengono tramite elenchi basati su nodi specifici di slab.

  • Migrazione di Swap (2.6.16)

    • La migrazione di swap permette il trasferimento delle posizioni fisiche delle pagine all'interno di nodi in un sistema NUMA, durante la normale esecuzione di un processo.

  • Pagine Huge (2.6.16)

    • Aggiunto il supporto della policy NUMA per pagine molto grandi: La funzione huge_zonelist() nel livello della policy della memoria, fornisce un elenco di zone ordinate in base alla distanza NUMA. Il livello hugetlb guiderà l'elenco interessato alla ricerca di una zona con pagine grandi disponibili, e che rientri in un set di nodi corrispondenti ad un insieme di cup correnti.

    • La pagine grandi ora seguono cpusets.

  • Contatori VM per-zona

    • fornisce statistiche basate sulla zona, necessarie per determinare in quale stato della memoria si trova una zona

  • Netfilter ip_tables: assegnazione NUMA-aware. (2.6.16)

  • Multi-core

    • Aggiunto un nuovo dominio del programmatore per la rappresentazione multi-core con cache condivise tra nuclei. Ciò rende possibile implementare decisioni più efficienti riguardanti il processo di programmazione della cpu su tali sistemi, migliorando in alcuni casi le prestazioni (2.6.17)

    • Policy per il risparmio della potenza per il programmatore della CPU: Con cpu multicore/smt, il consumo della potenza potrà essere migliorato lasciando alcuni pacchetti in uno stato di sospensione, mentre altri eseguono la maggior parte del lavoro, evitando così di distribuire i compiti attraverso tutte le CPU.

( x86 )



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